Cronaca dei fatti

Come molti genitori sanno, ma certamente non tutti, nell’ottobre del 2023 il nostro IC ha accolto un Nucleo di Valutazione Esterno  dell’Istituto INVALSI, formato da una Dirigente di Secondaria di II grado, un docente di Secondaria di I grado e un ricercatore universitario. 

Scopo ufficiale della visita del NEV era di mettere alla prova la nostra capacità di fare “autodiagnosi, autovalutazione e valutazione della scuola e di innovare la didattica, adattandola ai contesti” (obiettivo 10.9 PNRR): in pratica, di aiutarci a comprendere se la nostra organizzazione, il rapporto tra scuola, famiglie, territorio e istituzioni, gli obiettivi e le priorità che ci diamo funzionano; e se la nostra autovalutazione rispecchia scelte efficaci in termini di miglioramento della qualità dell’offerta formativa, di innovazione di ambienti e metodi, e di impatto positivo sui livelli di apprendimento dei nostri alunni e delle nostre alunne. 

Dopo aver esaminato la nostra documentazione (principalmente il Rapporto di Autovalutazione, RAV, e il Piano Triennale dell’Offerta Formativa, PTOF) e i dati sui risultati scolastici (successo formativo durante il primo ciclo, risultati nell’Esame al termine del I ciclo, risultati nelle prove INVALSI), durante i tre giorni di visita – 16, 17 e 18 ottobre – il NEV ha incontrato la DS, la Dsga e i rispettivi staff; ha visitato gli ambienti di apprendimento nei vari plessi e ha intervistato un numero ristretto ma rappresentativo di docenti, genitori e alunni. 

Il 23 ottobre il NEV ha inviato un Report, in cui ha espresso valutazioni sui tre pilastri del Rapporto di Autovalutazione (contesto, esiti, processi), esplicitando i punti di forza e di debolezza che hanno motivato le eventuali rivalutazioni, e ha fornito alcuni suggerimenti operativi. 

Al Report è seguito, il 25 ottobre, un incontro online di restituzione, durante il quale abbiamo avuto la possibilità di confrontarci sui contenuti del Report con due membri del NEV e avere alcuni chiarimenti su alcune valutazioni e indicazioni. 

Riassumendo: abbiamo dialogato con il NEV, abbiamo letto con molta attenzione il Report, ci siamo confrontati sulla lettura dei dati e sulle motivazioni delle rivalutazioni, abbiamo accolto i suggerimenti. 

Le valutazioni positive ci hanno confermato che stiamo procedendo nella direzione giusta; le criticità segnalate (a noi, ve lo anticipiamo, già note, ma diversamente valutate) ci hanno sollecitato a riflettere ulteriormente su come consolidare e migliorare il percorso da tempo intrapreso. 

Ora siamo pronti a condividere con voi quanto è emerso dal Report, dall’incontro di restituzione e dalle nostre riflessioni interne. 

Se lo facciamo a distanza di tre mesi, è perché riteniamo sia utile condividere, oltre alla diagnosi e alla sua analisi da parte nostra, anche la visione che ci ha guidato e ci guida nel cercare e applicare la cura. Cura, nel più ampio senso professionale e appassionato del termine, dei bambini e delle bambine, delle ragazze e dei ragazzi che quotidianamente ci affidate – e non solo correzione delle performance difettose o disastrose (scegliete voi l’aggettivo che preferite) rilevate dal NEV negli esiti delle più recenti prove INVALSI. 

Diagnosi. 

Ma andiamo per gradi. Prima di inoltrarci nell’analisi del Report, e per favorire la miglior comprensione possibile del linguaggio tecnico in cui è stilato, è indispensabile fornirvi due informazioni. 

Primo: la visita del NEV ha coinvolto solo la Primaria e la Secondaria, e non l’Infanzia, perché, provenendo dall’INVALSI (cioé dall’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione), il NEV basa la diagnosi della nostra scuola – in parallelo con gli interventi previsti dal PNRR – prioritariamente sull’analisi dei risultati delle prove INVALSI (italiano, matematica e inglese), che riguardano appunto solo la Primaria e la Secondaria. 

Secondo: sia la nostra autovalutazione interna sia la valutazione del NEV (esterna, appunto, rispetto alla nostra) vengono espresse con il numero di una scala che va da (1) (situazione molto critica) a (7) (situazione eccellente); tenete conto che il (3) indica una situazione caratterizzata da qualche criticità, il (4) indica la transizione da una situazione leggermente critica a una positiva, il (5) indica una situazione pienamente positiva, il (6) la transizione da una situazione molto positiva a eccellente. 

Il NEV può aumentare, abbassare o confermare il punteggio che la scuola si è assegnata, motivando il giudizio e, se è il caso, suggerendo alla scuola azioni o strategie per migliorare. 

E ora vediamo nel dettaglio, voce per voce, che cosa è scaturito dal confronto tra l’autovalutazione interna della scuola (che si può leggere nel nostro Rapporto di Autovalutazione – RAV) e la valutazione del NEV (con un’avvertenza: sulla lettura dei dati, sulle criticità rilevate e sui suggerimenti del NEV torneremo più oltre con chiarimenti, integrazioni e commenti).

1) Contesto 

Pur non essendo espressamente valutata, perché la scuola non può operare scelte sul contesto, la situazione complessiva rilevata è molto positiva (ad es. i plessi sono di buona qualità, buona la manutenzione, non si rilevano barriere architettoniche, la percentuale significativa di docenti a tempo indeterminato garantisce stabilità e continuità, l’organico dell’autonomia consente l’attuazione di attività e progetti di qualità in compresenza).

2) Esiti

a. Risultati scolastici: gli studenti portano avanti regolarmente il loro percorso di studi? lo concludono? conseguono risultati soddisfacenti negli esami finali? 

L’autovalutazione positiva (5) è confermata perché – citiamo – sono rare le non ammissioni, la fascia del sei in uscita (cioè all’Esame al termine del primo ciclo) è inferiore alla media nazionale, la fascia del dieci è superiore alla media provinciale, regionale e nazionale, i trasferimenti non dipendono da insuccesso scolastico, pressoché inesistenti la dispersione e l’abbandono scolastico durante il primo ciclo nel nostro IC. 

b. Risultati prove INVALSI: gli studenti raggiungono livelli soddisfacenti nelle prove INVALSI in relazione ai livelli di partenza e alle caratteristiche di contesto? 

L’autovalutazione da quasi positiva (4) viene abbassata a situazione con qualche criticità (3), perché “il punteggio delle prove di italiano e matematica è inferiore alla media nazionale, regionale e di macroarea e la percentuale degli studenti di livello più basso è decisamente superiore alla percentuale regionale”. 

c. Risultati a distanza: gli studenti hanno raggiunto risultati adeguati nei percorsi di studio successivi? 

L’autovalutazione da positiva (5) è abbassata a situazione con qualche criticità (3): “la maggior parte delle classi della Primaria e della Secondaria dopo due/tre anni ottengono risultati nelle prove INVALSI inferiori o decisamente inferiori a quelli medi regionali”.

3) Processi

Pratiche educative e didattiche: la scuola propone un curricolo rispondente agli obiettivi e ai traguardi di apprendimento? è aderente alle esigenze del territorio? progetta attività didattiche coerenti con il curricolo? 

L’autovalutazione positiva (5) è confermata dal NEV:  punti di forza sono la ricerca metodologica e l’innovazione (ad es. il debate) e la partecipazione a reti digitali; viene suggerito di “sviluppare attività di recupero sulla base dei risultati INVALSI” (cioè di far sì che la performance degli alunni più fragili e in difficoltà migliori significativamente nella comprensione del testo e nel problem solving).

Ambienti di apprendimento: la scuola crea le condizioni organizzative, metodologiche e relazionali adeguate per l’apprendimento degli studenti? 

L’autovalutazione da positiva a eccellente (6) viene abbassata a positiva (5): nonostante i numerosi e qualificanti punti di forza rilevati (tempo scuola di 55’, progetti di potenziamento – inglese all’Infanzia e primaria con docente madrelingua – metodi innovativi inclusivi e potenzianti: ad es. CLIL, Laboratorio di Didattica innovativa del Latino, rientri formativi del sabato, attività di recupero in piccoli gruppi, Biblioteca Innovativa e Biblioteca CAA), a determinare la mancata transizione verso una situazione eccellente sarebbe la “carenza nell’ampliamento dell’offerta formativa e attività extracurricolari” (cioè non offriamo abbastanza attività di potenziamento in orario extracurricolare, ovvero nel pomeriggio).

Inclusione e differenziazione: la scuola cura l’inclusività degli alunni con bisogni educativi speciali? adegua l’insegnamento ai bisogni formativi di ciascun studente? realizza percorsi di recupero e potenziamento? 

L’autovalutazione da positiva (5) viene abbassata a (4) situazione quasi positiva: i punti di forza rilevati nel Report sono numerosi  (“le attività di inclusione in cui sono attivamente coinvolti tutti i soggetti, le attività di inclusione di buona qualità, gli obiettivi educativi ben definiti, la sperimentazione di soluzioni nuove per classi parallele e contesti inclusivi”), mancherebbe al raggiungimento della piena positività il potenziamento della “differenziazione all’interno delle classi” e  l’implementazione di “occasioni di potenziamento anche extracurricolari” (cioè la personalizzazione della didattica all’interno della classe e l’offerta di attività di potenziamento in orario extracurricolare).

Continuità e orientamento: la scuola garantisce continuità e orientamento personale scolastico e professionale agli studenti? 

L’autovalutazione da positiva a eccellente (6) viene confermata dalla valutazione del NEV.

Orientamento strategico e organizzazione: la scuola monitora sistematicamente e periodicamente le attività che svolge? individua ruoli di responsabilità e compiti per il personale in modo funzionale? utilizza le risorse economiche in modo adeguato? 

Sì, risponde il NEV: positiva è “la definizione dei ruoli di responsabilità e dei compiti, utilizza in modo adeguato e coerente le risorse”, e ottimamente sa progettare con finanziamenti aggiuntivi PON; tuttavia l’autovalutazione da positiva (5) è abbassata a quasi positiva (4) perché mancherebbero “una chiara definizione della mission e una visione esplicita condivisa con la comunità scolastica, le famiglie e il territorio”.

Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane: la scuola valorizza le risorse professionali, promuove percorsi formativi di qualità, incentiva la collaborazione tra docenti? 

L’autovalutazione da positiva a eccellente (6), è confermata dal NEV (6).

Integrazione con territorio e famiglie: la scuola si propone come partner strategico di reti territoriali e vi partecipa attivamente? coinvolge le famiglie nella vita scolastica e nella proposta formativa? 

L’autovalutazione positiva (5) è confermata dal NEV (5).

Nelle ultime pagine del Report, il NEV suggerisce di indirizzare la nostra attenzione e le nostre forze verso le seguenti priorità:

1) diminuire il numero degli studenti collocati nei livelli 1 e 2 delle prove INVALSI di italiano e matematica;

2) mettere a sistema prove comuni per classi parallele (nella Primaria e nella Secondaria) di italiano e matematica;

3) incrementare il numero degli studenti collocati nei livelli 4 e 5 delle prove INVALSI di italiano e matematica;

4) implementare la differenziazione didattica all’interno della classe e le attività di potenziamento extracurriculare.

Chiarimenti, integrazioni, commenti – assieme alla cura.

Non sarà sfuggito a chi ci ha seguito fin qui che, nei 10 punti esaminati (escludiamo il contesto, anche se farà piacere a tutti sapere che è stato positivamente percepito), la valutazione della scuola risulta ‘tra positiva ed eccellente’ (6) in due ambiti, positiva (5) in quattro, ‘quasi positiva’ (4) in due, ‘con qualche criticità’ (3) in due. 

Per chi ama le classifiche: fascia alta, 2 ambiti su 10, fascia medio alta, 4 su 10, fascia media 2 su 10, fascia medio bassa: 2 su 10. In pratica: nel complesso, bravi, però…

Da qui in poi ci soffermiamo sui ‘però’, com’è giusto che sia, cioè sui punti critici esplicitamente rilevati nel Report come vi abbiamo riferito. 

Da un lato, i fatti: gli esiti delle prove INVALSI e i risultati a distanza; dall’altro, i suggerimenti: implementare la differenziazione didattica all’interno della classe, rendere più efficaci le attività di recupero e potenziamento (=ridurre i liv. 1 e 2 delle prove INVALSI, aumentare i liv. 4 e 5), inserire le prove comuni (ma questo l’abbiamo già fatto a partire da quest’anno), aggiungere attività di potenziamento in orario extracurricolare; definire più chiaramente la nostra ‘missione’ e condividere più esplicitamente la nostra ‘visione’.

Su quest’ultimo punto – tagliamo subito la testa al toro e non ci pensiamo più – per quello che ci riguarda non concordiamo con la ‘visione’ che il NEV ha della nostra ‘missione’; quanto alla ‘carente condivisione esplicita della nostra visione’, come sapete non ci siamo mai tirati indietro, né lo facciamo ora, nel fornire dati, fatti e spiegazioni sul perché operiamo le scelte che operiamo (esempio tra tutti, il tempo scuola di 55’, che era stato suggerito dal NEV nel 2018, e che ha ricevuto molti elogi dal NEV nel 2023), ma… è alle famiglie – a tutte, se fosse possibile – e al territorio – dunque alle istituzioni e alle associazioni con le quali collaboriamo da anni – che spettano due terzi dell’ultima parola su questo argomento.

Piuttosto, partiamo dai dati: i famosi esiti delle prove che sono andate storte. Se guardiamo a quelli che il NEV, emanazione dell’Istituto INVALSI, ha esaminato, è un fatto evidente e indiscutibile che il numero di studenti che non hanno superato i livelli più bassi 1-2 è superiore alla media regionale. Ma quali studenti? In quali annate? L’abbiamo chiesto durante la restituzione, e ci è stato chiarito che i risultati di cui si parla nel Report sono quelli delle prove del secondo anno Primaria 2018/2019 e quinto anno Primaria 2021/2022, cioè dell’anno immediatamente precedente e di quello immediatamente successivo al 2020 (anno pandemico in cui, come forse sapete, le prove INVALSI erano state sospese). 

A questi dati fa riferimento anche il PNRR: dati relativi alle competenze sviluppate nella comprensione del testo e nel problem solving da bambini di 7 anni, molti dei quali con bisogni educativi speciali non ancora o da poco rilevati, alcuni appena giunti o scolarizzati da poco in Italia, altri non ancora rilevati e certificati per disturbi dell’apprendimento, del comportamento, o altro. 

Gli stessi che, giunti al quinto anno della Primaria, hanno fatto le prove INVALSI nel maggio 2022: bambini e bambine che hanno vissuto tra il terzo e quarto anno il periodo del lockdown e seguito lezioni, per chi era nelle condizioni di farlo, sugli schermi, a distanza. 

Ce li aspettavamo, questi risultati post pandemici, come sapevamo che un’altra marea stava salendo. E lo sapevamo perché non è solo nel nostro IC, o nella provincia di Lodi, o in Lombardia o in Italia, ma è in tutto il mondo che si è accusato il duplice colpo inferto dalla pandemia e dall’alienazione tecnologica ai livelli di apprendimento delle più giovani generazioni (come si è osservato in tutte le rilevazioni dell’OCSE: perfino in Finlandia, dove, ci dicono da anni, opera la scuola pubblica più efficace del mondo, gli esiti delle prove standardizzate sono peggiorati).

Di specifico nostro, per aiutarvi in una più accurata lettura dei dati comparativi, possiamo aggiungere due informazioni. Primo: nella nostra scuola il 92% dei bambini iscritti e frequentanti sostiene le prove INVALSI, in media dai 6 ai 10 punti in più rispetto alle altre scuole ad es. della provincia (in pratica, da noi quasi tutti i bambini si sottopongono alle prove, com’è peraltro richiesto dal Ministero, e questo ha innegabilmente un impatto sugli esiti. E no, noi non abbiamo mai consigliato né mai consiglieremo a nessuno di restare a casa per alzare le nostre percentuali rispetto alle medie provinciali, regionali e nazionali). 

Secondo:  da anni, e nonostante la pandemia, gli esiti delle prove INVALSI di inglese sono molto positivi. Il NEV ci ha chiesto come facciamo a ottenere risultati così sorprendenti. Abbiamo spiegato che il numero dei nostri alunni con background migratorio che parla inglese in casa è troppo irrilevante per avere questo tipo di impatto; propenderemmo piuttosto per l’ipotesi della prolungata e significativa esposizione a canali web, influencer, video musicali e videogiochi in inglese, ma in classe questo know how acquisito a casa non sembra determinare risultati impressionanti, se non dopo attività didattica di rinforzo e potenziamento. Chissà, forse i metodi (innovativi, inclusivi, potenzianti) che si utilizzano nella nostra scuola fanno fiorire questi campi. O forse no. In ogni caso il NEV non ha ritenuto il dato abbastanza rilevante da indurlo a attenuare la severità del giudizio sugli esiti delle prove standardizzate. Ne prendiamo atto.

Quanto ai ‘risultati a distanza’ – che nel Report vengono esplicitamente ricondotti agli esiti delle prove INVALSI di seconda e quinta Primaria e di terza Secondaria – abbiamo chiesto lumi durante la restituzione. Di quali distanze parliamo esattamente? A quale periodo si fa riferimento?

Sulla base della risposta ricevuta, possiamo tranquillizzare tutti: il NEV non ci ha abbassato la valutazione dopo aver analizzato i dati sul successo formativo a distanza dei nostri alunni e delle nostre alunne impegnati nel percorso della Secondaria di secondo grado e percorsi ulteriori,  e dimostrato che siamo una fabbrica di insuccesso, dispersione e abbandono. No: gli esiti a distanza analizzati sono, ancora, quelli delle prove in seconda e quinta Primaria + terza Secondaria tra il 2019 e il 2022 – di nuovo, del biennio a cavallo del periodo pandemico, e tutti interni al primo ciclo. 

Non c’è bisogno di ricordare alle famiglie del Comune di Casalpusterlengo che cosa è accaduto qui, e nelle zone limitrofe, a partire dal 21 febbraio 2020, quale impatto abbia avuto sulle vite, e non solo sulla qualità dell’offerta formativa. Le famiglie sanno che cosa è accaduto poi, e che cosa ha fatto la comunità scolastica in quel periodo; sanno, soprattutto,  come lo sappiamo noi, quanto tempo e quali occasioni di crescita fisica, cognitiva, emotiva, sociale i nostri bambini e ragazzi hanno comunque perduto durante il lockdown e nonostante la DaD. Di ciò che è accaduto, noi docenti misuriamo da tempo, quotidianamente, gli effetti, come misuriamo quelli, altrettanto drammatici, della sempre più precoce e sempre più prolungata esposizione dei bambini e dei ragazzi agli schermi e a tutto ciò che appare e scorre. E sappiamo che non si colma dall’oggi al domani il divario che si è creato durante e a causa della pandemia  –  in termini di esperienza, apprendimento, relazione – tra l’ultima generazione e le precedenti, così come non si affronta con approcci e strumenti tradizionali la crepa che va sempre più allargandosi  – in termini non solo di capacità di attenzione e concentrazione, di memoria di lavoro, ma anche di coordinamento, orientamento, empatia – tra le generazioni dei nativi digitali e le precedenti. 

Questo per dire che abbiamo accolto l’analisi del NEV, e i suoi suggerimenti, ma riteniamo che negli esiti delle prove sia leggibile anche il duplice effetto combinato dell’isolamento pandemico (evento improvviso, dirompente, terminato nei fatti ma non negli effetti di lunga durata)  e dell’alienazione tecnologica (fenomeno pervasivo, in corso e travolgente, che coinvolge le generazioni nate dal 2000 in poi) e che i cambiamenti che i due fenomeni hanno messo in moto richiedano a loro volta un cambio di sguardo e direzione, oltre che analisi più approfondite, e investimenti a lungo termine. E dunque, che recupero, potenziamento, differenziazione, ampliamento (e prove comuni) siano! ma su questo sfondo e in questo contesto. Ma abbiamo bisogno anche del vostro aiuto: per parte nostra, i telefoni sono banditi dalle aule, e ci impegniamo da tempo a condividere la formazione con voi genitori e a educare gli alunni all’uso consapevole dei device e del web.

A noi importa, e molto, che i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi stiano bene a scuola, e lì trovino la serenità. Perché se così è, se stanno bene e fanno star bene gli altri, se si entusiasmano per ciò che viene loro proposto, e sanno entusiasmare gli altri, se sanno lavorare assieme, e assieme risolvere problemi, se sanno ascoltarsi, ascoltare e comunicare, saranno sicuramente capaci di fare molte cose e di raggiungere buoni risultati. E questa, forse, è la miglior definizione che possiamo offrire di un altrimenti vago concetto di eccellenza se applicato alla fascia di età compresa tra i 3 e i 13 anni. O forse è il modo più chiaro che abbiamo per dire che, per ogni essere umano, questa è la condizione ottimale per sviluppare le proprie potenzialità, scoprire di che cosa  è capace, orientarsi nella vita – in una parola, per essere motivato ad apprendere e diventare competente.

Proprio in questa direzione puntano non solo i metodi e gli strumenti innovativi di cui ci stiamo dotando, ma anche le attività e i progetti che via via ampliano l’offerta formativa, senza perdere di vista l’interconnessione tra aree disciplinari e tra ordini di scuola. 

Basta navigare nel nostro PTOF (viaggio che vi invitiamo a intraprendere)  per scoprire che nella nostra scuola (eccola, la nostra mission!) non si butta via niente (progetti vincenti di lungo corso non si cambiano: Legalità, Ondamedia, Benessere, Educazione ambientale, Educazione all’affettività, ma anche l’Orchestra, i corsi L2, i progetti di educazione motoria e sportivi, i DragoLab) e si osa tutto (che dire dei più recenti progetti innovativi, da “Arte materica” a “Immagini-amo futuro” a “Digital Highlights”? o dei Laboratori  che ruotano attorno alla Biblioteca Innovativa e alla Biblioteca CAA?); e che è in corso un’intensa attività di riconfigurazione didattica dell’area logico-matematica (con formazione, sperimentazione e innovazione in ambito STEAM =scienze, engineering, tecnologia, arte, matematica), e dell’area logico-linguistica (educazione alla lettura, scrittura e riflessione sulla lingua L1 – italiano,  L2 – inglese, italiano, L3 – francese, spagnolo; insegnamento disciplinare in lingua altra dall’italiano – CLIL; pratica del debate; teatro) unitamente al solidissimo e rinnovato percorso di educazione musicale e a tutti i virtuosi intrecci interdisciplinari che caratterizzano la ricca progettualità del nostro IC. I percorsi di mentoring e di recupero delle competenze di base progettati con le indicazioni e i fondi del PNRR sono già partiti.

Tutto questo avrà un impatto positivo sui risultati delle prove standardizzate? Chi vivrà vedrà. Sappiamo che la riconfigurazione in corso getta le basi di una didattica completamente rinnovata che caratterizzerà la nostra offerta formativa nei prossimi anni. 

Speriamo di essere riusciti a comunicarvi che non si tratta, per noi, di aggiungere pezzi all’offerta formativa, ma di ripensarne coerentemente l’insieme, in modo da poter realizzare al meglio i compiti che ci siamo dati: primo fra tutti, accompagnare tutti i bambini e tutte le bambine, tutti i ragazzi e tutte le ragazze verso il futuro, avendoli guidati e accompagnati lungo il percorso di acquisizione delle competenze di base senza le quali, al di là di come andranno le prove INVALSI, dispersione, abbandono scolastico e uscita da qualsiasi circuito formativo e lavorativo diventano esiti drammaticamente probabili. 

Non sappiamo se condividerete questa nostra visione, ma ve la stiamo presentando con molta e molto esplicita speranza.

Ecco, speranza. Abbiamo cercato di spiegare al NEV – senza grande successo a dire la verità – che nella Secondaria, senza contare i due pomeriggi del tempo prolungato, in generale i pomeriggi sono straoccupati da attività di recupero (corsi L2, attività di recupero individuali e in piccolo gruppo) e di potenziamento (tutti i Laboratori dei progetti, ad es., per non parlare delle lezioni dell’orientamento musicale); e abbiamo cercato di spiegare che da anni nella nostra scuola si pratica la differenziazione didattica (a scanso di equivoci, è un metodo di lavoro che personalizza, cioè tiene conto del punto di partenza e dello sviluppo delle potenzialità dell’alunno, non un criterio di separazione per fasce di livello) con programmazioni adatte agli alunni e attività che coinvolgono tutti. Volendo però mostrare la nostra buona volontà anche su questo punto, abbiamo chiesto alla Dirigente del NEV se poteva suggerirci una o più attività di potenziamento in orario extracurricolare che potessero ampliare la nostra offerta formativa in modo da soddisfare le condizioni di una valutazione pienamente positiva (5). Quella che ci è stata indicata – una sola, e insistentemente: la certificazione linguistica delle lingue curricolari ed eventuali altri corsi di lingua – ci ha trovato entusiasticamente d’accordo. Detto, fatto: da quest’anno, a grande richiesta, ritorna la certificazione DELF (A2) per francese e viene proposta, per la prima volta su questi schermi, la certificazione DELE (A1) per spagnolo. Non solo: stiamo lavorando per l’anno prossimo al progetto di un corso base di cinese… e chissà che altro. 

Stay tuned! E grazie, grazie davvero di cuore, per la fiducia che vorrete accordarci.